Palermo (IT), 29 gennaio
2012
Le parole dei
protagonisti dell’olocausto, sono tornate a farsi fiato a riconsegnarsi alla vita. Un
coro di voci spontanee ha ripercorso emozioni e gesti dimenticati, seguendo il
labile filo della memoria. Grazie a tutti di
cuore amici, per essere stati presenti con noi del labe a questo
appuntamento di
commemorazione e riflessione.
Noi siamo
composti
nello sguardo
in ogni nostro
silenzio,
non tristi
mai avvizziti.
Abbiamo la
responsabilitá
della parola.
Di quella che
diviene azione
che si fa
tormento se taciuta
che confonde se
urlata.
Noi siamo
composti
per i volti muti
che ci hanno preceduto.
Per le lacrime
sospese
e le infinite
speranze
strappate via.
Non ci
sorprendono
Vecchie
fotografie
sgranate dal
tempo
come occhi di
bimbi affamati.
Ne il clamore
assordante
di ordini
mitragliati,
di supplichevoli
condanne
d’incestuosi
pretesti.
Non ci
sorprendono
le mani alzate
per la resa
ne le ossa
affossate nel
fango,
ne le madri
che cercano i
loro figli
fatti a pezzi
come coriandoli.
Di fronte a tutto
questo
noi restiamo
composti
per la nostra
volontá che non dimentica
e ci portiamo
addosso una cifra, una data
e infiniti nomi
come una colpa taciuta.
Alberto Cordaro